La civiltà di relazioni
Rivista: Prospettive Geometri
Descrizione: L’articolo, sotto una veste ‘bonaria’ è invece fortemente amaro e rilevante. Cappellini ci
L’articolo, sotto una veste ‘bonaria’ è invece fortemente amaro e rilevante. Cappellini cita come i curricula nei paesi del nord Europa ed anglosassoni, siano veramente ottimi biglietti di presentazione delle persone che aspirano a candidarsi ad incarichi e posti di lavoro qualificati. Là dei curricula se ne fanno un vanto i candidati stessi (che continuano ad aggiornarli durante tutta la vita professionale) e gli istituti di istruzione da essi frequentati che li inseriscono ed aggiornano nei loro elenchi d’istituto. Ciò costituisce, per i candidati stessi e per le imprese/istituzioni che li assumeranno, garanzia di formazione, competenza e professionalità.
Da noi, anche se si sono conseguiti titoli professionali di tutto rispetto, essi non vengono, generalmente, tenuti nella giusta considerazione né, soprattutto, sottoposti a nuova verifica dopo un triennio o quinquennio, come invece avviene all’estero.
Purtroppo, nella generalità, in Italia, anche a fronte di un più che dignitoso ‘Curriculum studiorum et vitae’, vale tanto e spesso di più la civiltà di relazioni del candidato stesso.
Cosa si intende per ‘civiltà di relazioni’? E’ uno status mentale (eppur reale) che ci porta spesso a valutare in chi ci sta di fronte, oltre al suo CV, anche la sua capacità di relazionarsi in un buon rapporto con gli altri (in essi compresi i singoli e, soprattutto, le istituzioni e le amministrazioni, sia a livello locale che a livello nazionale.
L’idea non è purtroppo solo un’opinione, poiché Cappellini cita estratti da testi di autorevolissime personalità (Enrico Cuccia, Carlo Milani, Vito Tanzi) in cui questo concetto emerge chiaro ed inequivocabile.
Se il CV fosse importante, in Italia ce se ne occuperebbe molto di più, già a livello di programmazione scolastica e di istituzioni formative. Ma tale non è, o comunque non appare essere così essenziale come, invece, fuori dei patrii confini.
Se ne sono accorti anche all’estero e Cappellini, come suo solito e correttamente, ne cita esempi, dati alla mano.
Egli fa inoltre osservare come all’estero esistano certo ‘civiltà di relazioni’, ma che sono rigidamente regolamentate (vedi, ad esempio, le attività di Lobbying).
L’articolo ricorda anche come la ‘nostrana’ civiltà di relazioni possa portare, in casi particolari e quando scorrettamente applicata, a confrontarsi con l’art.346 bis del Codice penale e le sue conseguenze.
Alla fine Cappellini conclude con l’invito al direttore della rivista Prospettive Geometri, pubblicata in Trentino e Alto Adige, a continuare nella linea intrapresa con le pubblicazioni di settore come la sua; esse sono certamente seguite con attenzione ed interesse dagli utenti, anche se restii ad intervenirvi ed ad ‘esporsi’. E gli dà il suggerimento (tra il serio ed il faceto) di pubblicarvi anche un po’ di sano gossip, con foto al seguito, per segnalare, con maggiore evidenza di quanto già non avvenga, gli incontri, le conferenze, le iniziative di questa o quella sede, o singolo tecnico, così tanto per rimanere in seno alla ‘civiltà di relazioni’ che ci circonda. (LM)
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